lunedì 5 marzo 2012

Qualche riflessione su quanto accaduto al torneo di pallavolo.

Organizzare un torneo è un grosso impegno, spero ve ne rendiate conto.
Organizzare un torneo significa:
 trovare gli orari migliori affinché tutto combaci;
chiedere ai colleghi NON di educazione fisica la cortesia di "cedere" delle loro ore di lezione;
chiedere al personale ATA uno sforzo in più, per avere la palestra sempre in ordine, pulita e pronta;
svolgere un numero variabile di ore in più di lezione, nel caso della prof. Celant e della prof. Scialino (tanto per dirne una, la prof Celant oggi aveva terminato il suo orario alle 10, e come avete visto è andata a casa all'ultima ora);
sgolarsi per tenervi in ordine, tornare a casa con il mal di testa, arbitrare prendendosi la responsabilità di decidere. Che vi piaccia o no, questo è il lavoro dell'arbitro.

Io ho praticato sport di squadra per molti anni, e ancora oggi lo pratico.
Non ne ho fatto il mio lavoro, ma ho fatto miei i valori dello sport: lealtà, passione, spirito di squadra, rispetto per l'arbitro e per i miei avversari.
Anche la giusta dose di agonismo, certo, perché nessuno va in campo per perdere, e a nessuno piace perdere.

E' bello festeggiare una vittoria, ma la vittoria diventa amara se il mio entusiasmo diventa offesa nei confronti dell'avversario, inutile presa in giro, esaltazione.

No, ragazzi, così non poteva funzionare. E la prof. Scialino ha preso la decisione più saggia: quella di annullare il torneo, di annullare ogni classifica e di scegliere, come vincitrice morale, l'unica squadra che abbia saputo dimostrare maturità ed intelligenza tanto nella sconfitta quanto nella vittoria.

Mi dispiace tanto per quello che ho visto, per quello che ho sentito e saputo.
Sapete bene - non mi sembra di averne fatto un mistero - che tifavo per voi.
Ma oggi mi avete deluso, perché pensavo e speravo di avere a che fare con dei ragazzi più maturi. Invece ho visto compagni insultare in campo altri compagni (quando ognuno avrebbe dovuto invece incoraggiare gli altri, perché nessuno di voi ha mostrato di saper giocare bene, e nessuno di voi può dire di non aver fatto nessun errore), parolacce volare, e responsabilità scaricate sugli altri.
Perdendo di vista che tutto questo era una bella occasione di amicizia, di unione, di festa PENSATA ESCLUSIVAMENTE PER VOI RAGAZZI. Non per noi insegnanti, per i quali il torneo, a dirla tutta, è solo una scocciatura.

Prenderò atto di quel che ho visto.
Prenderò atto anche del fatto che ho visto dei bei gesti di generosità da parte di qualcuno di voi: mi resterà in mente Niccolò che chiedeva scusa al compagno per un punto perso anche se non era colpa sua, mi resterà in mente la generosità in campo di Ardon, Lorenzo, Carlo, Sara..., mi resterà in mente l'impegno di Giulia, Maddalena, Giovanni, Valentina, Letizia, Beatrice e di tanti altri di voi.

Come sempre, imparo a conoscervi più e meglio in queste occasioni che nel corso di tante discussioni, perché è nel gioco che esce spontaneamente ciò che siete, i vostri pregi e i vostri difetti.

Peccato perché avete sprecato una bella occasione.

La prof